venerdì 9 aprile 2010

L' importante è lavorare, non importa da dove

Posted by icecube 13:14, under | No comments


La sveglia che suona, la colazione fatta di corsa, l'odissea quotidiana nel traffico per raggiungere il posto di lavoro. Poi una giornata intera tra persone il più delle volte irritanti, su una scrivania alla mercé di tutti quelli che passano, oppure, se si è fortunati, rintanati dentro una stanzetta 2x2. La vita del travet, ridotta a questi elementi, è davvero uno strazio. Alla fine forse l'unica cosa positiva della giornata è il lavoro da sbrigare. E allora perché non tenere solo il lavoro e togliere tutto ciò che ci sta attorno? 


In tanti avrebbero il desiderio di farla finita con questa tortura e sognano apertamente il lavoro da casa. Per ottimizzare i tempi e per evitare di farsi venire la depressione entrando ogni mattina nell'amato-odiato ufficio. In America, dove le cose si verificano sempre un po' prima che da noi, alcune grandi aziende hanno da tempo iniziato a smantellare uffici. Ebbene sì, continuano ad avere dipendenti indaffarati ma non li obbligano a raggiungere tutti i giorni il posto di lavoro. L'ufficio sembra essersi quindi trasferito da una sede fisica, al cyberspazio.

Un'inchiesta della Abc ha mostrato come in alcune aziende hi-tech questo processo di destrutturazione sia ormai molto avanzato. Alla Ibm, per esempio, il 42% dei quasi 350mila dipendenti va in ufficio raramente, ricorrendo in modo pressoché sistematico alla videoconferenza. Il principio fondamentale sembra essere: "Non c'importa dove e in che modo si lavora, ci interessa che il lavoro venga fatto". Con doppio vantaggio per il dipendente e l'azienda: l'uno risparmia tempo e denaro per raggiungere l'ufficio, l'altra taglia in modo netto costi fissi molto onerosi. L'Ibm da questo tipo di riorganizzazione del lavoro risparmia circa 100 milioni di dollari all'anno.

Ma ci sono anche realtà più spinte. L'ad di Accenture, società di consulenza aziendale, si vanta di non avere un vero e proprio ufficio ma di lavorare, come d'altronde buona parte dei suoi dipendenti ovunque capiti e ci sia una connessione internet. Ci sono infine dei casi estremi di società che non hanno nemmeno una sede fisica ma solo virtuale e i dipendenti si incontrano una volta alla settimana via webcam o messenger.

Tempo risparmiato, soldi non scialacquati in biglietti del tram o benzina, certo, però anche il rischio concreto di ritrovarsi isolati. Solo contatti impersonali al telefono o via mail, nessuna complicità che sta alla base di un normale team-work, nessuna discussione nella pausa-caffè che fa solidarietà di gruppo. E poi niente timbratura con il rischio molto concreto di giornate lavorative che non finiscono mai..

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