mercoledì 7 aprile 2010

"il giornalista di rete" un lavoro non ancora ben definito

Posted by icecube 13:07, under | No comments


Una professione costruita molto più sulla pratica che sulla codifica teorica di un profilo, tutto ancora da inventare. Un po’ giornalisti, un po’ smanettoni, un po’ esperti di marketing dell’informazione, un po’ copywriter, coloro che scrivono per il web sono alla ricerca di una identità. Per una molecola ancora in costruzione, niente di meglio che un Laboratorio per sperimentare.Come quello organizzato a Mestre dalla Rete civica della Provincia, praticamente gratuito. 

Chi scrive per il web fino a oggi fa un po’ fatica a collocarsi in una qualche categoria professionale e forse non ha mai avuto interesse a farlo.
Che il web utilizzi linguaggi e modi di scrittura che sono diversi e peculiari rispetto a quelli di professioni già codificate come quella del giornalismo tradizionale o del copywriter che scrive per la pubblicità tabellare o per la brochure aziendale, è una cosa che tutti i “web addict” (nel senso anglosassone del termine, cioè di “dipendenti da”) si dicono tra loro.
Ma cosa differenzia realmente il lavoro di chi scrive per il web, ed in particolare di chi si occupa di informazione online, da chi coloro che invece scrivono sulla carta stampata ?
Quello che molto spesso oggi succede è che a scrivere l’informazione online sono principalmente tre categorie di soggetti:

- I giornalisti provenienti dalla carta stampata che hanno adattato (o si fanno adattare) il loro modo di scrivere per la pagina web, con un processo che quando non è mal digerito (quasi a pensare il web come mestiere di serie B) è addirittura rifiutato. “Io scrivo così e basta, se vi va bene pubblicatelo, altrimenti non rompetemi i ……., tanto per quel che mi pagate….”
- I “web smanettons”, giovani spesso con una buona preparazione tecnica di base, magari nati come webmaster, che si sono ritrovati, spesso su sollecitazione di editori o gestori di portali, a reinventarsi giornalisti online. Sono normalmente sottopagati (20-30 euro a pezzo) e sono dei grandi praticanti del “taglia-assembla-incolla”.
- Gli esperti di un qualche settore che, abituati a scrivere per riviste specializzate cartacee hanno riversato i loro contenuti sul web, spesso senza nessun filtro o rielaborazione, producendo in molti casi polpettoni illeggibili per il frettoloso lettore del web

Quindi il pericolo che questa professione nascente sia trattata in malo modo è molto presente; un processo di dequalificazione che è deleterio per tutti: editori che vedono pericolosamente decadere la qualità dell’informazione da loro prodotta e operatori dell’informazione online (non sapevo che altra perifrasi usare…) che avrebbero a disposizione uno strumento straordinario di espressione e che invece rischiano di veder svilito (e mal pagato) il loro lavoro, con una rincorsa al ribasso pezzo-qualità le cui conseguenze lascio immaginare.
Poche fino ad oggi le iniziative che servano a creare interesse, coesione intorno a questa nuova figura di professionista della comunicazione; qualche corso di giornalismo sta introducendo timidamente qualche modulo dedicato al mondo del web; ci sono corsi/seminari (in genere molto costosi) sul web copywriting, più qualche lodevole iniziativa qua e là che cerca di tessere una trama ed un ordito attorno a questa nuova figura, quella del giornalista web.

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